lunedì 24 novembre 2014

Le relazioni della Federazione Russa in Asia aumentano notevolmente

Oggi le relazioni russo-vietnamite stanno sviluppando uno sfondo, in un ambiente politico complesso sia per la Russia che per la stessa regione asiatica che si affaccia sul Pacifico. Per Mosca, dopo le sanzioni economiche imposte dall'Occidente, la direzione orientale è divenuta comunque, fondamentale, per dare una "svolta all'Oriente" annunciata molti anni fa dal governo russo.
Sotto questo telo politico quindi, queste aree sono molto importanti, la più significativa è il Vietnam. Il valore di questo paese per il successo della politica economica asiatica, condotta già nel 2012 dal Presidente Vladimir Putin, insieme a Cina e India è un paese chiava per la Russia nella regione asiatica.
Le relazioni tra Russia e Vietnam oggi, sono molto elevate grazie anche alla fiducia reciproca in senso economico e politico, grazie alla cooperazione che si sta sviluppando in molte aree, con l'approvvigionamento militare russo alla regione interessata, la distribuzione di petrolio e derivanti come la benzina, lo sviluppo turistico ed altri numerosi settori economici. Significativo però sono le relazione stesse tra i due paesi, fino al 1991 con l'esistenza dell URSS, il Vietnam rappresentava nel complesso economico l'80% del fabbisogno petrolifero dall'Unione Sovietica e il 70% circa del fabbisogno economico nella sua vastità.
Le relazioni tra entrambi i paesi, secondo grandi storici, ha una rottura nel campo delle cooperazioni con l'ascesa al potere nel 1994, del Primo Ministro vietnamita Vo Van Kit, firmatario del Trattato sui Principi di Relazioni Amichevoli tra Russia e Vietnam , definendo quindi i principi delle relazioni bilaterali sotto nuove condizioni.
I negozianti di entrambi i paesi erano focalizzati vero il passato, risolvendo i problemi in merito al debito contratto dal Vietnam. Il principale motore delle relazioni tra i due paesi interessati fu l'azienda petrolifera "Vietsovpetro", divenuta un'impresa lucrosa e moderna. Non fu l'unico tentativo di recupero delle relazioni bilaterali tra la Russia e il Vietnam, perché nel 1995, la Russia rappresentò circa il 66% delle esportazioni ad Hanoi, esportano elicotteri, parti di ricambio per l'aviazione, come anche la cooperazione in campo marittimo, con l'esportazioni di armamenti navali.
Per gli interessi di una più forte cooperazione reciproca, entrambi le parti decisero di dividersi gli interessi geopolitici.
Questo concetto, fu fautore, di una formazione strategica per gli investimenti. Nel 2005 gli scambi commerciali tra Russia e Vietnam ammontava a circa 912 milioni di Dollari e nel 2006 il 1.1 miliardi di Dollari. Nel 2013 gli scambi reciproci in campo economico aumentarono del 8,5%, comparando questo dato al 2012, dove il fatturato salì 3.9 miliardi di Dollari, con un'aumento delle importazioni, da parte della Russia dal Vietnam, del 14,3% e le esportazioni verso il Vietnam del 1,1%.
Secondo studi economici e statistici, le importazioni vietnamite a Mosca raggiunsero nel 2013 il 0,65% e le esportazioni ad Hanoi il 1,44% circa.
Non sempre però, i livelli di cooperazione bilaterale non soddisfano entrambi i lati. Con una nuova prospettiva economica entrambi i paesi alla lanciato un nuovo accordo commerciale gratis tra Russia e Vietnam, anche perché con le sanzioni occidentali questi liberi scambi sono fondamentali per la politica di Mosca. Questo progetto, che vedrà interessata questa Regione, sarà firmato al termine del 2014 o molto probabilmente entro i primi mesi del 2015.
Se le trattative avranno successo, cosa molto probabile, la formazione di questa zona di libero scambio aiuterà la formazione di una vera e propria zona di scambi economici reciproci per una maggiore cooperazione ed investimenti. Tanti sono i fattori che caratterizzano questo accordo e che porteranno quest'ultimo a compiersi, anche perché uno degli interessi principali della Federazione Russa è quello di entrare nei mercati della regione asiatica interessata e sopratutto in quello vietnamita. Quindi, le sanzioni economiche occidentali, costringono Mosca ad una politica economica aperta ad Oriente.
Con le condizioni economiche e geopolitiche che vigono oggi sulla sfera mondiale, entrambi i paesi si impegneranno a sviluppare una maggiore cooperazione reciproca, fortificando inoltre la rispettiva geopolitica e geoeconomia.
Entro il 2020, secondo analisi economiche, entrambe le parti avranno calcolato un fatturo che si aggira tra i 10 miliardi di Dollari, con un'espansione economica notevole.

domenica 23 novembre 2014

Il FN di Marine Le Pen finanziato dalla Federazione Russa

Il Fronte Nazionale francese di Marine Le Pen, ha ricevuto un prestito, di una somma che si aggira intorno ai 2 milioni di euro, da una banca russa, denominata First Czech-Russian Bank.
Secondo fonti interne al partito francese, il finanziamento è arrivato grazie ad una richiesta fatta non solo dal partito, ma sopratutto da un deputato della stessa area politica  interessata. Jean-Luc Shafhauzer. Esperti hanno notato che la medesima operazione è avvenuta in un contesto di rapporti tesi tra Russia e Occidente per la crisi bellica nell'est dell'Ucraina. Lo stesso deputato Jean-Luc Shafhauzer, ha dichiarato che il partito in realtà ha contratto precedentemente un prestito dalla stessa banca russa, per una cifra di ben 2 milioni di euro.
"Cerchiamo, di accaparrare prestiti in denaro da banche, per finanziare le nostre campagne elettorali. La nostra banca interna al partito come tante altre banche francesi hanno rifiutato di finanziarci, non sborsando categoricamente manco un centesimo per ogni singolo candidato" queste le dichiarazioni interne al FN.
Alla fine del mese di ottobre, Marine Le Pen ha detto alla rivista Nouvel Observateur, funzionari interni avevano difficoltà a ottenere prestiti in Francia.
"Il nostro partito ha chiesto prestiti a tutte le banche francesi, ma nessuno ha risposto". "Quindi abbiamo chiesto finanziamenti anche a banche estere, come negli USA, in Spagna e quindi anche in Russia". "Ci aspettiamo delle risposte". 
La First Czech-Russian Bank, sorta nel 1996, con sede a Mosca. Con a capo l'unico uomo d'affari dirigente dell'Amministrazione interna, Roman Popov. Una banca nata anche per facilitare i rapporti economici tra Repubblica Ceca e Russia.

giovedì 20 novembre 2014

Il multipolarismo dell'Estremo Oriente













La Corea del Nord è pronta a riprendere i colloqui internazionali sul suo programma nucleare, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, Giovedì ha dichiarato che Mosca ha cercato di elevare il profilo di stallo internazionale sui programmi nucleari di Pyongyang. Il Ministro degli esteri russo, quindi ha avuto un colloqui con un funzionario nordcoreano legato al governo centrale di Kim Jong Un, che all'inizio di questa settimana ha inviato una lettera diplomatica al Presidente russo Vladimir Putin. La Corea del Nord ha voluto riprendere i colloqui dopo un lungo periodo, ma gli USA, il Giappone e la Corea del Sud hanno ribadito al governo nordcoreano di dover mantenere e sviluppare i suoi impegni precedenti prima di chiudere i suoi programmi nucleari. Sergei Lavrov ha affermato che la lettera diplomatica di Kim Jong Un al governo russo conferma di volere attuare e espandere i legami di cooperazione bilaterale con la Federazione Russa. Pyongyang è pronta a sedersi in un tavolo a sei e discutere sul proprio programma nucleare con USA, Giappone, Cina, Russia e Corea del Sud.

"Pyongyang quindi è pronta a riprendere i colloqui a sei" 

Senza nominare nessun paese Lavrov ha messo in guardia la Corea del Nord sulla linea del blocco di separazione e accenna ad una evidente cooperazione tra Seoul e Washington. I legami tra Russia e Nord Corea si erano inaspriti durante il governo Sovietico tra il 1991 e oggi, con la governance di Vladimir Putin i due paesi hanno migliorato il dialogo, anche se poco visibile all'opinione pubblica. Lo stesso Ministro degli esteri russo, Lavrov, ha accennato a Pyongyang la creazione di un gasdotto e la costruzione di una linea elettrica in Corea del Sud attraverso il proprio territorio. Infine la cooperazione arriva anche nel settore dei trasporti, con l'iniziativa di collegare la Transiberiana alla ferrovia Trans-coreana. La Federazione Russa aumenta la cooperazione con il blocco multipolare, le poltrone decorate di oro e argento che risiedono a Washington crollano in un pozzo senza fondo, mentre il blocco economico alternativo al demonio a stelle e strisce brinda all'ennesima vittoria in campo diplomatico.

Pechino-Kabul-Islamabad il triangolo della sovranità



















Presidente Ashraf Ghani Ahmadzai ha fatto la sua prima visita ufficiale all'estero, meno di un mese dopo il suo insediamento alla fine di settembre 2014. Secondo le dichiarazioni ufficiali afgane, "il suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping è stato reciprocamente vantaggioso".Il completamento con successo delle elezioni in Afghanistan nel settembre 2014, la creazione di un governo di unità nazionale e la prima transizione pacifica del potere da un presidente eletto a un altro darà qualche speranza per una possibile stabilizzazione politica, militare ed economica del paese.Il ritiro degli Stati Uniti e delle forze di coalizione internazionale dall'Afghanistan, ha spinto gli attori regionali (prima di tutto, l'Afghanistan, la Cina e il Pakistan) ad elaborare una nuova formula per la stabilità. Esso comprende tre componenti. Il rafforzamento dei legami economici, la creazione di un ambiente sicuro, e la collaborazione per lo scambio di risorse umane. La Cina, come uno dei leader dell'Asia, sta formando una strategia per migliorare i rapporti con i suoi partner più stretti per garantire la crescita futura del suo potenziale economico della regione.In questa fase, l'Afghanistan, la Cina e il Pakistan caratterizzano il loro rapporto come "speciale", come un "triangolo per la stabilità". Essi affermano che il loro obiettivo è quello di stabilire una collaborazione globale e duratura. Per quanto riguarda l'Afghanistan, gli interessi pakistani e cinesi sono molto simili. Si tratta di un ulteriore rafforzamento dell'integrazione economica, la lotta contro il terrorismo nella regione, il confinamento di agitazione separatista, l'accesso ai mercati dell'Asia centrale, etc.I requisiti per l'attuazione del programma di cui la pace e la stabilità nella regione e una migliore qualità della vita del popolo. In qualità di partner strategico, la Cina e il Pakistan sono interessati a stabilire la regolarità sociale e politica nella regione.Prima della visita del presidente Ashraf Ghani, Pechino ha dichiarato che la questione della sicurezza interna rimane irrisolta per Kabul. Allo stesso tempo, la Cina non cerca di sostituire le truppe occidentali ritirati dall'Afghanistan. Perché la principale priorità di Pechino è quella di fornire assistenza tecnica e finanziaria per la ricostruzione delle infrastrutture del paese. I suoi investimenti su larga scala del progetto Aynak della miniera di rame, la costruzione dell'Ospedale Jomhuri, ZTE, Huawei e Sinohydro, ecc, sono ben noti. Ci sono anche piani a lungo termine. I tre paesi si concentrano sull'Asia centrale, che è ricca di acqua, risorse energetiche e mercati delle materie prime. Molte offerte benefiche possono essere organizzati all'interno delle sfere politiche, economiche e logistiche dei tre paesi. Ad esempio, il progetto petrolifero Amu Darya Basin, con l'assistenza tecnica e finanziaria da Pechino, può aiutare l'economia dell'Afghanistan.L'estremismo islamico rimane una delle sfide regionali per il "triangolo". Cina e Pakistan temono che il ritiro dall'Afghanistan di una forza così restrittiva come le truppe internazionali US / NATO aumenterà notevolmente le attività terroristiche in Afghanistan. In effetti, negli ultimi mesi, i talebani hanno lanciato una serie di attacchi sull'esercito nazionale e sulle strutture dell'amministrazione civile nelle province meridionali e centrali.Pechino, in particolare, teme che "l'onda islamica" verrà a Xinjiang. La Cina ha una frontiera comune con l'Afghanistan. Pechino ha più volte esortato l'Afghanistan e paesi dell'Asia centrale ad intensificare la lotta contro l'estremismo religioso. Secondo le autorità cinesi, fanatici religiosi provocano una ondata di attacchi nel Xinjiang e in tutta la Cina, dove centinaia di persone sono state uccise nel corso degli ultimi due anni.Nel settembre 2001, dopo la caduta del regime talebano in Afghanistan, la Cina ha fornito 250 milioni di dollari in aiuti all'Afghanistan. Tuttavia, il sostegno finanziario è stato piuttosto limitato e per lo più limitata alla formazione di esperti nella lotta al narcotraffico. Tredici anni dopo, Pechino sta fornendo 327 milioni di dollari in aiuti a Kabul fino al 2017, e intende inoltre contribuire alla formazione di 3.000 professionisti afgani nel corso dei prossimi cinque anni.Ci sono piani per rilanciare la Via della Seta. Il punto di partenza geografico in Cina è la piccola città di Kashgar, nella regione autonoma uigura dello Xinjiang. Si trova a poche ore di distanza dal passo Wakhan. Pechino considera questa città come un possibile motivo di una centrale e meridionale Industrial Park e impianti di stoccaggio. A tal fine, oggi Pechino sta investendo nella costruzione di una rete stradale, la fornitura di energia, corrente elettrica e altre infrastrutture che collegano l'Afghanistan con il Pakistan e la Cina.

martedì 18 novembre 2014

Il calcio nel concetto multipolare


Nel calcio odierno niente ormai è dato per scontato. Basti pensare che qualche giorno fa, la nazionale croata ha dato filo da torcere alla blasonata nazionale italiana, eventi come quello di Domenica sera, erano impensabile manco minimamente, che tali risultati diventassero realtà nell'epoca di campioni o per meglio dire fuoriclasse come Roberto Baggio, Rossi o Riva.
Ebbene si, il calcio arcaico del continente europeo occidentale si sta confrontando con un nuovo modello calcistico. Quello dell'Europa dell'Est. Nonostante i singoli campionati nazionali dell'Est non siano il meglio che il calcio possa offrire alla scena globale, le rose nazionali sono molto attrezzate con la presenza di alcuni leaders e fuoriclasse che operano sotto i riflettori della scena mondiale. Dunque, il merito arriva dalle istituzioni di formazione calcistica, oppure perché i grandi fiori all'occhiello migrano nei paesi dove il gioco del calcio è una seconda fede e quindi migliorano le proprie capacità a vista d'occhio ? 
Dunque, il modello calcistico orientale sta crescendo, affermato anche dalle ottime prestazioni sportive delle rispettive nazionali (Russia e Croazia) in primis, grazie anche alle parti che le formazioni hanno recitato, in casa di Dilma Rousseff nel mese di giugno. 
Una domanda sorge spontanea. In un giro di un decennio chi sarà al centro della scena calcistica mondiale ? La vecchia guardia occidentale guidata da Italia, Germania e Spagna o la nuova corrente calcistica dell'Est Europa, con Serbia, Croazia, Ungheria e Russia ? Siamo vicino ad un multipolarismo nel mondo del calcio globale ? Staremo a vedere. 

lunedì 17 novembre 2014

La Russia richiamata al riarmo

L'esercito russo ha sofferto da anni un vero e proprio abbandono bellico, subito dopo il crollo del blocco sovietico. Tuttavia, le forze armate russe sono nel bel mezzo di una revisione storica con conseguenze significative per la politica e la sicurezza euroasiatica. Diversi funzionari russi dicono che le riforme sono necessarie per far avanzare un'ipotetica guerra fredda nel bel mezzo del ventunesimo secolo, ma molti analisti occidentali temono un'avanzata bellica e di politica estera più aggressiva da parte della Federazione Russa. Ribadendo infine le campagne militari russe nel 2008 in Georgia e nel 2014 in Ucraina, secondo l'Occidente Mosca vuole influenzare le nazioni vicine ad essa con una politica di egemonia. In campo bellico la Russia ha firmato un patto militare con Armenia, Kazakhistan, Kirghizistan, Bielorussia e Tajgikistan stretto nel lontano 1992. Mosca inoltre possiede insediamenti militari in queste rispettive nazioni vicine ad essa. Nel quadro della riforma della difesa russa, la maggior parte delle truppe di terra devono subire riorganizzazioni interne e modifiche e lo stesso servizio militare è obbligatorio per gli uomini con età compresa tra i 18 e 27 anni. Mosca è disposta a ripristinare aeroporti di epoca URSS e porti per proteggere importanti risorse minerarie inoltre Putin nel 2013 ordinò la creazione di un nuovo comando militare strategico nella regione artica russa. Tutte le grandi navi della marina, tra cui il fiore all'occhiello e unica portaerei, la Keznetsov, sono reduci della guerra fredda. Anche nel campo di difesa aerea varie riforme verranno attuate, con una vera e propria modernizzazione della stessa difesa aerea con un nuovo programma di riarmo, con una linea di difesa consolidata già nel lontano 2011. Ultima storica non meno importante riguarda l'arsenale nucleare russo. Un'arsenale che possiede residui dell'era sovietica, come molti esperti militari ribadiscono dal Cremlino. La Federazione possiede ben 1.500 testate nucleari schierate su missili balistici intercontinentali, sottomarini e bombardieri pesanti. Numeri, che rispettano il parametro stabilito nel 2011 con gli Stati Uniti d'America. Quindi gran parte dell'arsenale russo è stato modernizzato, una nuova classe di missili balistici sottomarini sta arrivando in servizio, alcuni bombardieri sono in fase di modernizzazione e infine non ci sono piani per dimezzare le rampe dei missili balistici schierati durante l'URSS. I leader russi hanno più volte criticato la politica di espansione del patto atlantico (NATO), verso il blocco dell'est introducendo inoltre scudi missilistici lungo i confini di ex stati sovietici. Gli stessi USA ribadiscono che gli scudi missilistici serviranno solo per mantenere l'integrità e mettere in sicurezza da Mosca e Iran gli stati alleati di Washington. Mosca invece si ritiene preoccupata per questa esclation bellica ad est da parte della Nato. Infine la Russia ritiene che la cosi dette rivoluzioni colorate, all'interno degli ex stati sovietici, architettate e manovrate economicamente dagli Stati Uniti e sono causa della destabilizzazione sociale nella regione interessata, ribadendo infine che gli USA tentano, tramite queste sommosse popolari, di provocare fastidio alla Federazione Russa. Una spesa militare quindi che si avvicinava nel solo 2013 a ben 90 miliardi di Dollari, raddoppiato poi negli ultimi decenni, trascinata dietro dalla Cina con una cifra pari a 188 miliardi e gli Stati Uniti con 640 miliardi. I dati qui seguenti però includono, spese militari ed equipaggiamenti, R&S militare, attività spaziali militari e aiuti militari esteri. Nel 2014, la Federazione Russa ha raggiunto con la modernizzazione dell'arsenale a ben 700 miliardi di Dollari, includendo anche intelligence e comunicazioni.



domenica 16 novembre 2014

L'Iran accantona oro nelle proprie riserve


Anche l'Iran come la Federazione Russa, ha deciso di incrementare sensibilmente le proprie riserve di oro. La stessa regione interessata, l'antica Persia, è ancora oggi una delle poche regioni nel continente asiatico ricca di risorse nel suo sottosuolo. Un sottosuolo ricco di petrolio, metano, rame, ferro e oro la Repubblica Islamica dell'Iran ha deciso quindi di dotarsi di una grande e modernissima fonderia per il metallo giallo, che è stata appena inaugurata a Zarshouran. Secondo le stime degli stessi ingegneri, questa struttura, la più grande in attività in tutta la regione del Medio Oriente e una delle più grande al mondo, produrrà ben tre tonnellate d'oro, una tonnellata di argento e 500 kg di mercurio, tutto questo in un'arco di tempo di un anno. Questa produzione porterà al governo centrale iraniano, nelle proprie riserve governative ben sei tonnellate d'oro l'anno, ma in futuro i numeri sono destinati a crescere notevolmente. Lo scopo del potenziamento del settore minerario, come dichiarato dai dirigenti governativi iraniani, è quello di portare il paese a produrre annualmente 25 tonnellate di metallo in un anno, con un'incremento superiore rispetto ai livelli attuali.

Cooperazione tra Cina e Myanmar sulle telecomunicazioni


Sabato la società cinese China Unicom, il secondo più grande operatore di telefonia mobile del paese, ha completato la costruzione di una linea di cavo ottico, fornendo al Myanmar la trasmissione dei dati. Un cavo di linea che va dal sud-ovest della Cina alla costa del Myanmar, e che aumenterà in modo significativo la connettività delle reti telecom del paese asiatico. La lunga linea di cavo telefonica di ben 1500 Km, si estende dalla Provincia cinese del Yunnan arrivando sino alle porte dell'Oceano Indiano sulle coste del Myanmar e che collega le città di Yangon, Mandalay e Ruili. Il progetto, destinato a migliorare la connettività di uno dei paesi meno connessi al mondo, costerà circa 50 milioni di Dollari ed è un progetto nato nel 2011. Nel settore telecomunicazioni del Myanmar, attualmente le uniche società sono quelle di Myanmar Poste e Telecomunicazioni (MPT). Cina e Myanmar hanno firmato accordi per una cifra che si aggira tra i 7,8 miliardi di Dollari nel settore dell'energia, telecomunicazioni, infrastrutture e dei mercati finanziari. Il multipolarismo cresce notevolmente e la Cina, dopo la Russia ne è protagonista di questa formidabile crescita economica e politica.

venerdì 14 novembre 2014

L'Intifada bussa alla porta di Netanyahu

Fonte: Studi geopolitici di Suleiman Kahani.
Sembra proprio che la marcia di avvicinamento alla molto attesa e invocata Intifada, si presenti grazie ad atti di sollevazione spontanei di resistenza, condotti da individui non legate a gruppi o organizzazioni della lotta armata e organizzata. Contro questo atto di resistenza infatti, sembra impossibile utilizzare le normali armi della repressione, da parte delle istituzioni armate israeliane. Ogni auto, ogni convoglio, ogni spranga di acciaio, ogni arma bianca può diventare una vera e propria arma maneggiata da un palestinese esasperato,a patto però che sia disposto a correre seri rischi fisici e morali, una volta compiuto il gesto. Noureddine Abu Hashiyeh, diciassette anni, nato e cresciuto in un campo profughi vicino West Bank a causa dell'invasione israeliana, ha impugnato un coltello e rivolto verso un soldato israeliano, uccidendolo. Noureddine dopo di che è stato catturato, dalle forze armate israeliane e sicuramente torturato. Il suo gesto si è ripetuto nuovamente, per mano di un'altro palestinese, armato di coltello ha colpito tra individui israeliani, residenti nella zona di Alon Shvut, tra le vittime anche, molto probabilmente una donna. Questi gesti saranno fautori di una possibile terza Intifada nello stato Palestinese ? Staremo a vedere.

"Putin si prepara ad una guerra economica contro il vicino Occidente"


Dopo i rifornimenti petroliferi da parte del governo cinese, anche la Russia accaparra ben 55 tonnellate di oro e che secondo gli ultimi dati è stato l'acquisto di oro più grande in dimensioni di quantità, accantonando queste tonnellate nella riserva nazionale già esistente. Lo stesso Presidente russo, Vladimir Putin, sta approfittando dei prezzi dell'oro che ha quanto pare, molto bassi, per prepararsi ad una vera e propria guerra economica contro Washington e l'Unione Europea. La stessa Federazione Russa ha acquistato più oro di tutti i restanti paesi, come possiamo ben osservare da questo grafico:

Il governo russo, quindi tende ad accaparrarsi enormi quantità di oro, avendo triplicando inoltre le scorte a circa 1.150 tonnellate negli ultimi dieci anni. Tali riserve potrebbero servire al Cremlino per cercare di compensare il forte calo della moneta nazionale, il Rublo. Anche perché la stessa valuta russa è stata oggetto di forti pressioni da parte dell'Occidente durante e dopo le sanzioni economiche imposte da quest'ultimo alla Russia e del calo del prezzo del petrolio ha quindi danneggiato l'economia. Il blocco multipolare cresce notevolmente, grazie alle tattiche geopolitiche della Federazione Russa e del blocco Euroasiatico. Infine possiamo osservare, come il Kazakhistan stia incrementando ulteriormente le riserve del metallo prezioso.

giovedì 13 novembre 2014

L'Imperialismo finanzia i terroristi ucraini e non solo
















Volydymyr Parasiuk, 26 anni giovane volontario e comandante di un battaglione di volontari ucraini, sostiene di aver preso parte ad un congresso di nazionalisti ucraini e dove un gruppo di neo-nazista lo ha addestrato in un proprio campo militare.Il congresso dei nazionalisti ucraini è molto noto proprio per la ferocia e nell'aver dichiarato apertamente di volere compiere un vero e proprio genocidio, al fine di imporre la medesima ideologia. Parasiuk si vanta sopratutto di strette collaborazioni con membri di Pravy Sektor, Settore Destro, ennesimo gruppo di estrema destra ucraina, così come il suo uso della violenza e del terrorismo per garantire i proprio estremi obbiettivi.In campo diplomatico, Parasiuk, nel parlamento ucraino, ha dichiarato di volere rifiutare ogni tipo di negoziato con i popoli dell'est Ucraina e di non instaurare trattati di pace con il popolo orientale dell'Ucraina. Ha respinto tutti i dissidenti del governo imposto da UE e USA.Il 15 novembre è stato annunciato una conferenza che si terra nella grande mela, New York, denominata Global Maidan. In questa conferenza i nazionalisti ucraini appoggiati rispettivamente da gruppi di estrema destra in Iran, Siria e Venezuela, che tentano di rovesciare i governi centrali, si uniranno con queste frange politiche estremiste.Una conferenza, finanziata dalle ONG legate al Pentagono, recluteranno giovani statunitensi per rendere realtà questo obbiettivo politico.


L'ormai deposto Presidente ucraino, Victor Ianukovic, eletto democraticamente con le rispettive elezioni, era a favore di contrattare economicamente e politicamente con la Russia, contrario ad un dominio della Nato sul territorio ucraino e non era interessato a legare rapporti economici con gli USA e l'UE. Per rovesciare il governo eletto democraticamente in Ucraina, gli Stati Uniti e l'UE hanno versato milioni di dollari per la creazione di un movimento di estrema destra. Quindi un vero e proprio movimento "ultra-nazionalista" con elementi che considerano Adolf Hitler un liberatore ed un'eroe, ha poi preso il controllo del paese. Quindi la conferenza Global Maidan, è un tentativo di rendere l'Imperialismo, il fascismo e il terrorismo un arma attraente per le generazioni future o immediate. Il convegno sarà caratterizzato da lezioni sul cinema, sulla scrittura della commedia e si altre abilità culturali.Infine sono centinaia i cittadini di età superiore ai 60 anni che hanno combattuto il secondo conflitto mondiale e aver appoggiato questo l'ideale nazionalsocialista, quindi la domanda sorge spontanea, perché dopo decenni dalla fine del conflitto, la città ospita convegni politici di quello sfondo politico ?

mercoledì 12 novembre 2014

La Russia allarga gli orizzonti nel campo immobiliare

Russia e Cina avanzano nel multipolarismo. La società russa Vnesheconombank, otterrà una somma in denaro, dalla Banca di Cina, di ben un miliardo di dollari per investimenti futuri nelle aziende immobiliari russe. 
Un contratto tra le banche statali russe e quelle cinesi è stato firmato durante una visita del Presidente Vladimir Putin a Pechino nello scorso fine settimana. Lo stesso presidente dell'azienda, Vladimir Dmitriyev, ha affermato che l'operazione di investimenti della Banca cinese nell'azienda russa di immobili contribuirà a portare altri investimenti cinesi nelle aziende russe, per finanziare progetti di costruzione gestite da imprese edili cinesi. 
"La Cina ha un enorme esperienza nella costruzione di alta qualità" ha dichiarato Dmitriyev, aggiungendo che l'accordo potrebbe risolvere il problema degli alloggi delle abitazioni in Russia. 
Lo stesso governo federale russo mira ad aumentare la sua scorta di alloggi a prezzi accessibili da 25 milioni di metri quadrati entro il 2018, o circa 500 000 tipici appartamenti bilocali. 
Ennesima svolta storica per il blocco multipolare che rafforza le amicizie economiche e collabora per un rinnovamento interno sociale ed economico. 

In Ucraina gli equilibri sociali si spezzano giorno dopo giorno

















Le sorprese non sono mai abbastanza, secondo il canale televisivo, NTV, le autorità governative di Kiev stanno prendendo in considerazione la legalizzazione della prostituzione.
Lo stesso canale televisivo ha riferito che, l'industria pornografica è stata al centro dei riflettori delle autorità ucraine.
Lo stesso primo cittadino di Kiev, Vitali Klitschko, ha proposto di legalizzare la prostituzione e metterla al servizio degli interessi nazionali.
Da anni il web è bombardato da annunci di ragazze che offrono il loro corpo e i loro servizi ai soldati della Guardia Nazionale per una cifra che si aggira attorno ai 10 grivna, che equivalgono a ben 196,78 € circa.
Secondo organizzazioni per la tutela dei diritti degli immigrati e dei flussi migratori. ogni quattro lavoratori dell'industria del sesso in Europa arrivano dalla stessa Ucraina. Gli esperti ritengono che questi numeri sono destinati ad aumentare e che la stessa Ucraina si sta dirigendo verso un vero e proprio collasso economico.
"Per l'Ucraina, la prostituzione è un motore economico non meno significativo come ad'esempio, Pattaya in Thailandia. Credo che in un'anno o due l'Ucraina diverrà una nuova industria del porno meta quindi di molti europei e russi" questo quanto riferito dal regista ucraino Alexander Valov.
Si prospetta quindi un futuro dannoso in campo economico e sociale per l'Ucraina, che ha imboccato una strada di non ritorno, una strada voluta dalle voci sovversive di Piazza Maidan e dal volere dell'Imperialismo targato UE e USA.

domenica 9 novembre 2014

25 anni fa crollava il bipolarismo

Con il 25°esimo anniversario dal crollo del muro di Berlino, 9 novembre 1989, voglio riproporre un mio articolo che già scrissi precedentemente su questo blog.

Con la caduta del muro nella capitale tedesca, nel 1989, con esso cadono dei principi sociali e civili che la società dell'Europa dell'Est era riuscita a far prendere forma. Una divisione che imponeva leggi e principi sociali favorevoli alla creazione del concetto di multipolarismo, il concetto di equilibrio tra due o più forze. Come detto all'inizio quindi, la caduta di quello che si considerò barbaro e incivile o di un qualcosa che i paesi sviluppati non potevano accettare, ha portato l'Egemonia capitalista e la potenza Imperialista ha predominare sullo scenario Geopolitico ed Economico dell'Est Europa, i paesi Baltici, Estonia, Lituani e Lettonia, negli ultimi mesi l'Ucraina, la Moldavia ed il resto delle Periferie Post Sovietiche come ad esempio, Turkmenistan, Georgia, Azerbaijan etc .... Oggi dopo anni dalla caduta del Blocco Sovietico ad Est, quella parte di Europa hanno incrementato sfortunatamente, il tasso di povertà, la disoccupazione, la corruzione delle caste politiche e del consumo di pochi in maniera sfrenata. Un discorso a parte però è possibile svolgerlo con la Federazione Russa del Presidente Vladimir Putin. Una Russia che negli ultimi mesi ha intensificato i programmi economici e le unioni economiche con grandi protagonisti della scena Mondiale. La Cina ad esempio, è un grande finanziatore e collaboratore della Russia di Vladimir Putin. Esperienze economiche e sopratutto politiche albeggiano all'Orizzonte con la Siria (martoriata in modo bellico dall'imperialismo, creatore alla fine del famosissimo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, ISIS) del Presidente Bashar Al Assad o con il governo centrale Iraniano di Rohani. Quindi la Russia negli ultimi 10-9 anni ha intensificato le collaborazioni Economiche con questi paesi. Non dimentichiamoci delle relazioni aperte con il Presidente Lukaschenko in Biellorussia o con grandi aziende del Kazakistan, rendendo quindi l'Unione Euro-Asiatica una realtà Geopolitica e Geo-Economica sullo sfondo di dei concetti economici Internazionali basati sui Mercati Finanziari e sulla gestione di Fondi come quello Monetario Internazionale di pochi e grandi colossi dell'Economia.Esiste oggi quindi, una potenza o un'unione di potenze politiche ed economiche che riescano a contrastare il Demonio Occidentale e Imperialista ?  


L'Imperialismo contro Mosca-Pechino-Theran.

Durante una riunione del Club Bilderberg, un membro francese chiese a Kissinger se gli attacchi violenti del governo degli USA all’Iran avrebbero significato l’inizio di un nuovo conflitto su scala internazionale. L’idea venne subito respinta, a causa della vastità del territorio iraniano e del numero elevato degli abitanti, per non parlare infine dei miliardi di dollari di spesa che quella operazione avrebbe comportato. Anche perché l’esercito Statunitense non era attratto da altre campagne belliche contro nazioni economicamente più forti, oltre che meglio preparate e organizzate. Un ipotetico attacco all’Iran contro i siti nucleari si sarebbe rivelato controproducente, perché il contrattacco di Teheran avrebbe aumentato il terrorismo e promosso l’instabilità in Iraq, Afghanistan e Arabia Saudita, facendo aumentare notevolmente il prezzo del petrolio e, con esso, la crisi globale. Era evidente già allora che l’Unione Russia-Cina-Iran stava cambiando lo scenario geopolitico dell’area. In un documento degli Stati Uniti furono citati a tale proposito veri e propri scambi militari, mentre il valore dei beni non militari commerciali era salito a circa il 100%, da quando era cominciata la presidenza Bush. Anatoly Sharansky, ex Ministro israeliano per Gerusalemme, durante il ricevimento del venerdì sera, affermò categoricamente che, per opporsi all’asse Mosca-Pechino-Teheran bisognava rinforzare al massimo l’asse Washington-Tel Aviv-Ankara. Si capì però che l’economia russa era diventata molto più forte rispetto a cinque anni prima, grazie all’aumento della produzione a dell’esportazione di armi e di petrolio, all’aumento notevole dei salari, dei fondi pensionistici e di conseguenza anche dei consumi privati.Un’invasione dell’Iran diveniva quindi necessaria. Ci si domandava quale fosse la strategia migliore per uno smantellamento della sovranità iraniana. La risposta non si fece attendere. Un membro svizzero del Club, probabilmente Pascal Couchepin, capo del potente Dipartimento degli Affari Interni, replicò che tale invasione si sarebbe svolta soltanto con il sollevarsi delle masse popolari contro il “regime” iraniano, ma con tale risposta si capì che questo era un traguardo utopistico. In delle fonti interne alla CIA e all’Unità Speciale dell’Esercito, impegnate nel servizio di sicurezza della delegazione degli USA a Rottach-Egern, sia la CIA che l’FBI si palesavano in aperta rivolta contro le politiche dell’amministrazione Bush. Era evidente che un attacco con armi nucleari da parte di Washington ai siti nucleari iraniani sarebbe stato una catastrofe non solo per le quantità di scorie radioattive che si sarebbero diffuse nell’area, ma per l’eventuale contaminazione anche dell’intera zona geografica del Medio Oriente. Durante il meeting quindi varie domande furono poste all’amministrazione statunitense in merito a tale programma bellico contro il potere regionale iraniano, ma le risposte furono evasive.Per concludere, l’egemonia occidentale ha seminato, e sta seminando, attraverso USA, Israele e UE, devastazione economica e sociale in tutte quelle nazioni indipendenti attraverso vere e proprie sovversioni manipolate e eterodirette. Un esempio di tale sollevazione a noi più vicino è quello di Piazza Maidan a Kiev. Come ai tempi delle rivolte interne scatenate in Iran a seguito della strategia del Bilderberg, l’unico obbiettivo di tale politica estera degli USA è quella di destabilizzare l’economia russa e la stessa politica interna russa. Sono anni, fin dalla dissoluzione dell’URSS nel 1991 ad oggi, che i padroni del mondo cercano di porre fine ad una nuova prospettiva economica e politica alternativa a quella mondialista. Ne abbiamo avuto esempi lampanti con le stesse rivolte arabe. Oggi la Russia del Presidente Vladimir Putin è nel mirino di un cecchino freddo e preciso che nonostante la sua fretta nel sanzionare aziende e istituzioni politiche russe, non riesce minimamente a capire che la Russia non è sola. Oggi l’egemonia Occidentale ha intrapreso una strada senza sbocchi ma non riuscirà ad uscirne così facilmente - parola di Putin!

venerdì 7 novembre 2014

Commemorazioni per il 97°esimo anniversario della Rivoluzione Socialista d'Ottobre 1917/2014

Al via le commemorazioni per il 97°esimo anniversario della grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre. A Mosca, secondo gli organizzatori del Partito Comunista della Federazione Russa, hanno preso parte ben 7000 persone.
Una delle testate giornalistiche russe come TASS, mostrano che durante il corteo per la celebrazione d'Ottobre, i manifestanti hanno mostrato slogan e bandiere per una semplice solidarietà verso le popolazioni di Donestk e Lughansk, nell'Ucraina dell'est. Il corteo ha oltrepassato Petrovka Street arrivando dinanzi al monumento dedicato al filosofo del Socialismo, Karl Marx. Durante la manifestazione, tra i vari altoparlanti si innalzavano vari cori storicamente vicini alla Rivoluzione Sovietica inoltre vari frange interne alla manifestazione hanno esposto slogan molto vicini al sentimento anti-fascista e neo-fascista. 
Infine, ciliegina sulla torta, tra i dimostranti un ritratto di Vladimir Lenin, fautore dell'Ottobre rosso, di Stalin e infine dell'odierno segretario nazionale del Partito Comunista russo Gennadji Zjuganov.





giovedì 6 novembre 2014

Il Lussemburgo culla di lucro per l'Imperialismo

Una notizia che ha fatto tremare tantissime testate del continente europeo. Uno, degli stati più piccolo d'Europa, ha aiutato grandi multinazionali nel risparmiare milioni di dollari in imposte. Parliamo del Lussemburgo. Un'indagine mediatica internazionale senza precedenti, ha colpito il piccolo stato europeo, dove le testate giornalistiche come The Guardian, hanno scoperto un sistema di evasione fiscale di miliardi di dollari di alcune delle più grandi multinazionali del mondo. 

Un documento di circa 28000 pagine, detiene al suo interno gli innumerevoli accordi fiscali, dichiarazioni e altri documenti relativi a le oltre 1000 imprese che hanno agito e contribuito a creare questo enorme sistema di evasione fiscale senza precedenti. I documenti mostrano che le grandi aziende, tra cui Finmeccanica o grandi aziende britanniche farmaceutiche come Shire, con sede in Irlanda e Regno Unito, abbiano usufruito di complesse reti di prestiti interni e pagamenti di interessi che hanno ridotto le innumerevoli imposte delle società. Purtroppo questi accordi, firmati fuori dal Gran Ducato, legalmente sono corretti. 

I documenti mostrano anche come ben 340 aziende globali hanno messo a disposizione delle loro strutture alle istituzioni del governo centrale del Gran Ducato. La massiva cooperazione mediatica tra i migliori giornalisti dei 28 paesi membri dell'UE ha portato a galla cooperazioni con aziende come la Pepsi, Ikea, Heinz, JP Morgan o addirittura gruppi farmaceutici come Laboratories e aziende come Amazon, Duestche Bank. Queste rivelazioni hanno tratto in ballo quindi il nuovo presidente della commissione europea Jean-Claude Juncke, che fu primo ministro del Lussemburgo tra il 1995 e il 2013. Una figura, non certo carina, quella della intera Unione Europea, che ha dimostrato ancora una volta di volere agire per conto del capitale internazionale e dell'Imperialismo. 

mercoledì 5 novembre 2014

L'Imperialismo dietro il caos in Medio Oriente




















Voglio pubblicare nuovamente un mio vecchio articolo che scrissi nel mese di agosto per il sito Millennium.

"Potevo uccidere Osama Bin Laden prima dell'11 settembre".

Queste le parole diffuse soltanto poche settimane fa da un audio dell'ex Presidente Clinton su Bin Laden. Ma ripercorriamo bene i passi della storia di quelle ore, prima del disastro terroristico al Wold Trade Center e al Pentagono. Era il 10 settembre 2001. In una sala di Melbourne (Australia), sedeva l'ex capo del partito liberale Michael Kroger: registrò le parole di Clinton e adesso, dopo tredici anni di silenzio, ha consegnato il nastro alla televisione Sky News del gruppo Murdoch. che lo ha fatto rimbalzare su tutte le TV statunitensi e su milioni di siti web mondiali, dando il via alle polemiche. 
"Lo avevo quasi in mano e avrei potuto ammazzarlo, ma avrei dovuto anche distruggere un cittadina afghana nominata Kandahar e uccidere trecento donne e bambini innocenti. Se avessi dato l'ordine, mi sarei messo sullo stesso piano di Osama Bin Laden. Cosi decisi di non farlo.
Perché il nastro di Melbourne emerge solo adesso ? Quali interessi ci sono in merito ? In realtà molti particolari della caccia a Osama Bin Laden durante gli anni del governo Clinton sono già stati analizzati nel rapporto del 2004 della Commissione di indagine sull'11 settembre. Al Qaeda entrò nel mirino degli Statunitensi per il ruolo che ebbe negli attentati del 1998 contro le Ambasciate USA in Kenya e Tanzania. Nell'agosto di quello stesso anno il Pentagono cercò invano di colpirlo lanciando un missile in un campo dell'Afghanistan, dove si pensava si trovasse. Quattro mesi dopo L'Intelligence statunitense pensava di averlo localizzato nella residenza del governatore di Kandahar, la seconda città afgana. Un'altra occasione nel maggio del 1999, ma ancora una volta fu deciso di rimandare l'azione a causa di alcune divergenze nell'intelligence, senza contare che poco prima la CIA, per uno sbaglio, aveva fatto bombardare l'ambasciata cinese di Belgrado, Serbia, e temeva ulteriori critiche. Non ci furono altre operazioni fino al quell'11 settembre 2001. Solo dopo il giorno Newyorkese, gli USA, e più precisamente le forze speciali della marina americana, i SEAL, penetrarono in elicottero nel territorio pakistano, facendo irruzione nella villa dove si nascondeva e lo uccisero. Secondo il Documento ufficiale della Difesa Americana, PRENDENDOSI IL CORPO ORMAI FATTO CADAVERE E GETTANDOLO IN MARE.Dopo quel fatidico 11 settembre lo scenario geopolitico mondiale è cambiato. Un cambiamento dovuto alla massiva espansione dell'egemonia Statunitense in Medio Oriente. Una regione chinata oggi purtroppo al volere dell'Imperialismo che la circonda militarmente e finanziariamente. Uno spiragli di resistenza oggi lo si può trovare nel governo centrale della Siria di Assad o nel governo del Premier Iraniano Rohani. Essi sono il motore per una resistenza presente e futura ai continui schiaffi dell'Imperialismo che affliggono la regione interessata. Con una balcanizzazione dell'Iraq da parte di gruppi Islamici è compito delle forze di Resistenza distruggere e spazzare via il disastro creato dagli USA nel lontano 2002 e protrattosi fin ai giorni nostri. 


Breve riassunto della giornata di martedì, commemorazioni e solidarietà per la Novorossija e per l'unità nazionale

Nella giornata di martedì, le diverse realtà politiche e sociali in Russia, hanno esibito i loro stendardi e bandiere per proclamare la loro solidarietà con la neo-repubblica ucraina, Novorossija. Una giornata caratterizzata da continue manifestazioni, di sfondo pacifico, che hanno decorato la capitale della Federazione Russa, Mosca.Un'attenta analisi della giornata di ieri, in merito alle commemorazioni dell'unità russa è fondamentale per apprendere quanto i nazionalisti russi siano davvero invogliati nel concetto di valori di sovranità e di identità popolare. "E come è successo più di una volta, alle prove della storia il nostro popolo ha risposto con il consolidamento, con il risveglio morale e spirituale". Queste le parole del presidente Vladimir Putin ieri durante una cerimonia di commemorazioni. Infine, secondo Putin, non esiste minaccia che faccia crollare ed abbandonare nei russi i valori e gli ideali.