venerdì 6 marzo 2015

La Libia, esperimento della CIA

La situazione in Libia continua a peggiorare, forzata dalla Casa Bianca per cercare una soluzione al problema nella gestione del potere in un paese immerso in una crisi a causa dell'intervento militare degli USA nel 2011.

Il paese è diviso in tre parti amministrative, Cirenaica, Tripolitania e Fezzan, ben due parti in questione non hanno dichiarato legale il governo centrale, quindi dichiarato l'autonomia.
La struttura governativa non è nuova tanto meno le forze armate.
Sono rimasti un numero abbastanza alto di militanti ed estremisti islamici che non hanno voluto sottoporre il loro controllo al governo centrale. Organizzano attentati con esplosivi in uffici statali e vicini.



La situazione in Libia dal luglio del 2014 ha assunto la caratteristica di una frana.

Washington Post: "La Libia ha bisogno degli USA per una transizione democratica", dalla quale Washington tentò di spiegare il suo concetto di "altruismo" per questo paese.



L'articolo del giornale, sopra citato, fa notare che "la ricchezza dei giacimenti di petrolio è accoppiata con il numero elevato della popolazione stessa" 6,5 milioni di cittadini.

Oggi in Libia ci sono ben due fazioni in conflitto, il governo di Tripoli, dove gli estremisti islamici detengono il parlamento, e quello di Tobruk.
Washington sta rinforzando la struttura governativa di Tobruk, che sta tentando di trasformare in una grosso fantoccio, che segue passo per passo le decisioni della Casa Bianca e dove finalmente gli USA raccolgono i frutti dell'aggressione militare in Libia nel 2011. Ecco perché gli Stati Uniti stanno inserendo i propri leaders a Tobruk.

Lo stesso, premier egiziano, Al Sisi spoglio la CIA dalle loro vere intenzioni, ripetendo che questo "esperimento" servirà a piantare nella presidenza libica il proprio comandante.

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