venerdì 9 ottobre 2015

911 Mossad Job ?


Il ruolo d’Israele negli eventi dell’11 settembre 2001, che hanno determinato il XXI.mo secolo, è oggetto di aspre polemiche, o piuttosto di un vero tabù, anche nel “movimento per la verità sull’11 settembre” (9/11 Truth Movement), ignorando l’autore che ne ha suscitato lo scandalo: Thierry Meyssan. La maggior parte dei gruppi militanti, mobilitatisi sotto lo slogan “l’11/9 è stato un lavoro  interno” resta scettica di fronte alle prove che accusano i servizi segreti dello Stato ebraico. Laurent Guyenot fa il punto su dati incontestabili ma sconosciuti, e analizza il meccanismo della negazione. 

Mentre il ruolo d’Israele nella destabilizzazione mondiale dopo l’11 settembre diventa sempre più evidente, l’idea che una fazione di Likudnik, aiutata dai suoi alleati infiltrati nell’apparato statale statunitense, sia responsabile dell’operazione false flag dell’11 settembre è sempre più difficile da respingere, e alcuni personaggi hanno avuto il coraggio di dichiararlo pubblicamente. 

Gli argomenti a favore dell’ipotesi Mossad non si basano solo sulla reputazione del servizio segreto più potente del mondo. Un rapporto dell’US Army School for Advanced Military Studies (citato dal Washington Times, alla vigilia dell’11 settembre), lo descrive “Sornione, spietato e scaltro. In grado di effettuare un attentato contro le forze americane e di camuffarlo da attentato commesso dai palestinesi/arabi.” Il coinvolgimento del Mossad, associato ad altre unità d’elite israeliane, è reso evidente da un certo numero di fatti poco noti.

Si sa, per esempio, che le sole persone arrestate quello stesso giorno, in relazione agli attentati terroristici dell’11 settembre, sono israeliane ? 

Subito dopo il primo impatto sulla torre Nord, tre individui furono visti da diversi testimoni sul tetto di un furgone parcheggiato al Liberty State Park di Jersey City, “esultando”, “saltando di gioia” e fotografandosi con le torri gemelle sullo sfondo. In seguito si spostarono con il loro furgone in un altro parcheggio di Jersey City, dove altri testimoni li videro dedicarsi alle medesime ostentate esultanze. 

Veicolo possibilmente correlato all’attentato terroristico a New York. Un furgone Chevrolet 2000 bianco con targa del New Jersey e la scritta ‘Urban Moving Systems’ sul retro, è stato visto al Liberty State Park, Jersey City, NJ, al momento del primo impatto dell’aereo di linea sul WTC. Tre individui nel furgone sono stati visti esultare dopo il primo impatto e la conseguente esplosione"

Il furgone venne fermato dalla polizia poche ore dopo, con a bordo cinque giovani israeliani: Sivan e Paul Kurzberg, Yaron Shmuel, Oded Ellner e Omer Marmari. Costretti con la forza ad uscire dal veicolo e stesi a terra, l’autista Sivan Kurzberg disse questa strana frase: “Siamo israeliani. Non siamo noi il vostro problema. I vostri problemi sono i nostri problemi. I palestinesi sono il problema" 

Sono stati poi ritrovati vari passaporti di diversa nazionalità e quasi 6000 dollari in contanti e biglietti aerei in bianco per l’estero.  I fratelli Kurzberg furono formalmente identificati quali agenti del Mossad. I cinque israeliani lavoravano ufficialmente per una società di traslochi denominata Urban Moving Systems, i cui dipendenti erano soprattutto israeliani.



Dobbiamo, infine, menzionare un dettaglio essenziale di questo caso, che può fornire forse una spiegazione aggiuntiva al comportamento esuberante di quei giovani israeliani: certi testimoni precisavano, nelle loro telefonate alla polizia, che gli individui visti esultare di gioia sul tetto del loro furgone sembravano “arabi” o “palestinesi”. In particolare, poco dopo il crollo delle torri, una telefonata anonima alla polizia di Jersey City, riferita quello stesso giorno dalla NBC News, parlava di “un furgone bianco con due o tre persone dentro, che sembravano palestinesi, che girava intorno ad un edificio“; uno di loro “rovistava cose, e aveva questa tenuta da ‘sceicco’. […] Era vestito come un arabo.” Tutto porta a credere che questi individui fossero proprio i cinque israeliani arrestati più tardi. Due ipotesi vengono in mente: o questi falsi traslocatori erano effettivamente impegnati in una messa in scena per sembrare arabi/palestinesi, o il testimone o i testimoni che li descrissero tali, erano dei complici. In un caso come nell’altro, è chiaro che il loro obiettivo era avviare la voce mediatica che fossero stati avvistati dei musulmani non solo gioire per gli attentati, ma che ne fossero a conoscenza già  prima. Ma l’importante è questo: se gli israeliani non fossero stati fermati nel tardo pomeriggio, la storia probabilmente sarebbe finita sui giornali, con il titolo ‘Gli Arabi Danzanti’. Invece, fu totalmente ignorata e circolò confidenzialmente come gli ‘Israeliani danzanti’ o i ‘cinque danzatori’.

Nessuno poi sa che un rapporto elencava 140 israeliani arrestati dal marzo 2001. Di età compresa tra i 20 e i 30 anni e organizzati in squadre di 4-8 membri, avevano visitato almeno “36 siti sensibili del dipartimento della Difesa”. Molti di loro furono identificati come membri del Mossad e di Aman (l’intelligence militare israeliana), e sei erano in possesso di telefoni comprati da un ex funzionario israeliano. Sessanta furono arrestati dopo l’11 settembre, portando a 200 il numero di spie israeliane catturate. Furono tutte poi rilasciate.


Fonti: Voltaire.Net

Cliccando sul sito web, sopra citato, si possono trovare molto tranquillamente le fonti delle varie dichiarazioni riportate ...

Il Mossad nelle questioni interne

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