giovedì 2 giugno 2016

Operazione psicologica nel campus di Los Angeles



"È finita con due morti, tra cui lo stesso assalitore, la sparatoria all’università UCLA di Los Angeles. A confermarlo è stato il Dipartimento di polizia della città, che ha dichiarato “concluso” l’attacco al campus.

In un primo momento le forze dell’ordine si erano limitate a parlare di “vittime”, senza specificare se si trattasse di persone decedute o rimaste ferite. Citando sempre le forze dell’ordine, il giornale dell’Università aveva anticipato il fatto che fossero entrambe persone di sesso maschile.

Il capo del Dipartimento di polizia di Los Angeles, James Herren, non aveva escluso l’eventualità che una delle due vittime fosse lo stesso assalitore".


"James Herren"

Strano come non si abbia una sola foto dell'assalitore, tenedo conto del fatto che il campus abbia un sistema di video sorveglianza interno. 

"Un portavoce delle forze dell’ordine aveva in precedenza riferito di un massiccio spiegamento di unità speciali e invitato a tenersi alla larga dall’area".

Come nella sparatoria di Nashville anche qui i media tendono a spostare l'attenzione dell'opinione pubblica verso le truppe d'assalto, ben attrezzate. A dimostrazione del fatto che in realtà la nazione sia veramente in pericolo.

"Immagini delle telecamere a circuito chiuso dell’Università, twittate da una giornalista della CNN, avevano mostrato gli uomini delle unità speciali all’interno della struttura".

Quindi, ricapitolando:

1) non esiste alcuna immagine dell'assalitore, autore della sparatoria nel campus di Los Angeles, anche se la struttura del campus disponesse di sorveglianza interna;

2) truppe ben aquipaggiate fanno irruzzione nella struttura univeristaria sceneggiando molto probabilmente l'ennesima operazione psicologica.

Tutto ciò è riconducibile alla solita politica condotta da membri del governo USA in collaborazione con l'NSA e con una sezione deviata della CIA, al fine di spingere l'opinione pubblica statunitense ad accettare le restrizioni di privacy e democrazia.

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