venerdì 7 ottobre 2016

Saumur : i terroristi di Daesh erano in realtà militari francesi

I
Saint-Hilaire-des-Grottes appena fuori da Saint-Hilaire-Saint-Florent.

Ormai è una barzelletta continua, tengo a precisare che queste cose sono sempre successe, solo che prima eravamo incatenati ai media internazionali di regime e certo non ti venivano a raccontare i fatti loro. Ora invece con il web in questo come in questo caso dei giornali di provincia che tutti possono leggere pubblicano la notizia, qualcuno la legge e comincia a fare il giro del mondo, molto semplice, nessun complotto ...

Sono stati invece degli operai agricoli, in Francia, a scoprire il 22 settembre un'altra strana coincidenza. Mandati a ripulire delle erbacce un terreno incolto situato presso la chiesa di Saint Hilaire des Grottes, trovano che le chiavi che hanno ricevuto non aprono il cancello. Entrano da una apertura posteriore del recinto, e scorgono tre uomini, che vedendosi disturbati, salgono in fretta su un furgone bianco senza scritte e si allontanano velocemente. Una partenza così sospetta che i lavoratori chiamano la polizia. Questa trova, in una grotta (leggo dalla stampa locale):


"una bandiera di Daesh, materiale audio e video, un gruppo elettrogeno, giornali in lingua araba".

Una cellula terrorista che preparava attentati ? Piombano sul posto la polizia nazionale, la gendarmeria, il prefetto di Saumur, il procuratore, la scientifica; un tal dispiegamento di auto da allarmare gli abitanti.

Poco dopo il mistero è chiarito, se così vogliamo credere. Una telefonata della prefettura al generale comandante delle Scuole Militari di Saumur (EMS) riceve dal generale questa risposta:

"Il materiale è stato messo lì dai militari del Centro Interarmi della difesa NBC (nucleare, batteriologica, chimica). Utilizzano infatti le grotte come terreno di addestramento".

Ah, ecco. Solo che la polizia non ne era stata informata. Circolare, non c'è niente da vedere.

Il deputato francese Francois Asselineau, dell'UPR, non si accontenta della spiegazione, e pone alcune domande al governo:

“E’ abituale che esercitazioni militari si tengano in un ricovero troglodita abbandonato? Come si giustifica la fuga delle tre persone nel supposto caso di esercitazione militare? A cosa servivano precisamente i falsi stendardi di Daesh e il giornali in arabo nel contesto di un addestramento sui metodi di decontaminazione nucleare, radiologica, chimica e batteriologica? Da dove provengono simili stendardi? E come se li è potuti procurare una scuola militare? Anche altri organi di Stato dispongono di tali bandiere (di Daesh) e a quale scopo?”.


Quest’ultima domanda dev’essere tendenziosa. Durante la terribile giornata del 7 gennaio 2015 a Parigi, appena sterminata la redazione di Charlie Hebdo, gli assassini, i fratelli Kouachi (erano proprio loro: uno dei due ha dimenticato la carta d’identità in auto) cambiarono macchina in Rue du Meaux, nel quartiere dove abita la più grossa comunità ebraica di Francia; rapinano una Clio e scompaiono. Lasciano la vecchia auto davanti alla pasticceria Patistory, i cui proprietari, coniugi Bellaiche, organizzano raccolte di fondi per l’esercito israeliano. Ebbene: anche nell’auto abbandonata dai Kouachi c’era una bandiera di Daesh.
  
Difficile tuttavia che il governo Valls risponda all'interrogazione di Assselineau.

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